domenica 22 maggio 2011

It Was Just a Storm

Ho sempre pensato che camminare sotto la pioggia fosse fastidioso. Odio dover aprire l'ombrello, odio la pioggia che mi sorprende impreparata, odio quel grigiore che solo una giornata di pioggia può dare. Di solito, mi bardo tra stivali antipioggia, giacchetto a prova d'acqua e ombrello onnipresente in borsa.
Ebbene, stavolta la pioggia mi ha colta impreparata. A maggio, nonostante le previsioni del tempo, che mettevano un week end d'acquazzoni in tutta Roma e dintorni, quando ti svegli e senti caldo, vedi un sole spaccapietre senza nemmeno una nuvola in cielo, non ti immagini mica che il tempo possa cambiare così repentinamente. Poi, fa pure 36°, che vuoi che succeda? Bene, avevo comprato giusto ieri una nuova maglietta, estiva, come la giornata che pensavo fosse oggi. Mentre preparo la borsa tolgo l'ombrello senza nemmeno un attimo di esitazione. A che mi serve oggi? Occupa solo spazio, aggiunge peso. E sì, che devo pure fare una bella camminata, quindi caro il mio ombrellino, resti a casa, oggi vacanza. Così, scarpe di tela, pantaloni corti e canottiera, programmiamo una gita per Roma. Ieri, tra l'altro, si è tenuto il 69° concorso internazionale per nuove varietà di rose al Giardino delle Rose, quello davanti al Circo Massimo. Massì, andiamo a dare un'occhiata, se l'orto botanico non lo vedi in questo periodo non c'è gusto, maggio è il mese perfetto, e anche se fa caldo il sole non picchia, è proprio la giornata giusta. Non contenti della nostra temerarietà, ci fermiamo con l'autobus a piazza San Silvestro, per proseguire a piedi da lì. Ci facciamo una passeggiata, ci mescoliamo ai turisti, passiamo una domenica in modo diverso. Arrivati a piazza Venezia vediamo giusto qualche nuvoletta, scure e cariche di pioggia, eh, però erano poche. Proseguiamo? Proseguiamo. Cammin cammina, arriviamo in vista dell'orto botanico, che ormai il cielo è coperto fitto fitto. Eh, ma ormai siamo arrivati fin qui, continuiamo no? Diamo uno sguardo veloce e riscendiamo. Niente, varcata la cancellata il diluvio si abbatte su di noi. I gazebi pieni di gente, tutti assiepati uno sull'altro. Nemmeno un vucumprà che ti vende un ombrellino. E che facciamo? Aspettiamo che spiove? "Signorì, questo è un temporale, mica una pioggia passeggera! Qui piove solo pe peggiorà!", il solito vecchietto che ti capita in queste situazioni e che ha sempre un'opinione su tutto. Tant'è che aveva ragione, quindi dopo una ventina di minuti passati lì sotto, salutiamo e ci avviamo.
Bè, che dire? Ho rischiato di cadere tre volte, scivolando sui sampietrini, come solo le scarpe di tela ti permettono di fare. Ero talmente bagnata che la maglietta era diventata una seconda pelle. I capelli grondavano gocce d'acqua, manco li avessi lavati sotto la doccia. Però ho fatto tutto il tragitto ridendo come una pazza, per l'assurdità di quello che era capitato. Era solo un temporale, un tipico temporale estivo, che ti prende a ciel sereno, e si abbatte per meno di qualche oretta. Però è stato divertente. Uno non può mica arrivare preparato ad ogni evento della vita. Ogni tanto serve pure qualche imprevisto! E poi, poteva andare peggio. Peccato solo che il sole sia ri-uscito nel momento in cui ho messo piede dentro casa!

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