giovedì 15 settembre 2011

A volte senti il bisogno di tornare alle storie che ti raccontavi quando eri più piccola, ad entrare dentro quelle storie, come facevi quando le scrivevi. Ripescare il tuo alterego letterario (tutti ne abbiamo uno), per immergerti nella sua vita perfetta, creata dalla tua mente contorta. Passare per i corridoi del college sentendoti a casa, riunirti con il solito gruppo in una stanza piena di cuscini colorati, passeggiare nel parco al tramonto, indossare quei fantastici vestiti che ti disegnavi e tutti gli accessori che ci abbinavi. A volte vorresti sapere come va a finire quella storia inframmezzata in tanti episodi, uno diverso per ogni umore. Vorresti così tanto, che ti ritrovi davanti ad una pagina bianca sullo schermo del PC, fissando il vuoto, senza sapere perché l'hai aperta. Poi, il perché rimane vuota e bianca, non te lo spieghi nemmeno tu. Ci vuole un attimo ad aprire un nuovo documento, ma poi serve così tanto tempo per chiuderlo, quasi non vorresti abbandonarlo, come se già il tuo mondo fosse impresso lì, con un inchiostro invisibile. E forse quell'inchiostro c'è, è per questo che è così difficile da chiudere, ogni volta di più. E se un giorno non si riaprisse più? Meglio mettere tutto per iscritto finché siamo in tempo.

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